Poesie di Claudio Rampin
Ibiskos editrice (Giugno 2000)
Collana "Ipomea"
Dimensioni cm 11,5x17, 64 pagine
Prefazione di Fulvio Castellani
Prezzo £ 15.000 - € 7,74 IVA compresa
Premessa dell'autore
Perdonatemi se non sono professore, per cui io sappia imbastire una tesi, un insegnamento, oppure, una raffinata analisi sull’argomento.
Non trovo nemmeno una ragione valida per poterlo fare in queste brevi righe.
La mia arringa vuole essere una anticipazione, un primo approccio col lettore prima di passare ai versi che seguiranno: “Suoni del tempo”.
Dalla nascita fino al giorno supremo, la nostra vita è regolata, a volte condizionata dal tempo.
Il tempo d’attesa: quello che non passa mai.
Quando da bambini si desidera crescere velocemente, quando fremono degli obiettivi da raggiungere, ma ci si arena sempre ad un passo dal realizzarli.
La paranoia che ci consuma interiormente, irritandoci e sospirando che passi al più presto.
Poi, c’è la ristrettezza del tempo: quando si vorrebbe fare molto di più, quando le forze, le circostanze o le finanze ce lo impediscono, e lo si spreca senza concludere nulla.
Quello di domani, secondo il proverbio chi ha tempo non aspetti tempo. È già domani, quando mai un sogno nel cassetto acquisterà il respiro della realtà?
Scusate il gioco di parole, ma non c’è tempo per descrivervi il grande numero degli esempi che si potrebbero elencare, non vorrei rubarvi tempo alla lettura, sperando che ne troviate un po’ voi da dedicarmi.
***
Prefazione
Anche se Claudio Rampin, nella premessa, parla di un “gioco di parole”, il suo dire è un incunearsi ben ragionato dentro la realtà dell’io e dentro il muoversi, non sempre accattivante, della società in cui si trova ad agitarsi ed a cercare uno spazio che non sia sempre da dividere con gli altri.
Su questo ragionevole rincorrersi sistematico di dubbi e di piccole verità, di interrogativi e di risposte, di constatazioni e di speranze, si concretizza, dunque, un linguaggio poetico abbastanza personalizzato. Tale, cioè, da stuzzicare l’interesse non soltanto degli addetti ai lavori.
E’ la stima di sé che emerge da questi versi, da questi quadretti intimi, da questo vivere in plein air in mezzo agli altri ed alla realtà che sovente vorrebbe evitare. Le gioie della vita hanno ognora un risvolto negativo.
Ogni raggio di sole, in pratica, ha il suo opposto nell’ombra. Versi brevi, lampi lirici, quasi ad intimare i flash che in fotografia mettono a nudo volti e cose dove la luce naturale non è sufficiente… E’ questo, in ultima analisi, il gioco planante ed emergente a cui soggiace Claudio Rampin; un gioco che ottiene matrici dal calco ben preciso e che tende, riuscendoci, a fondere elementi stereotipi traendone pulsioni orientate verso comportamenti sterranti. Mediante tale operazione nascono, dunque, percorsi…
Percorsi e respiri che meritano di essere vissuti, compresi e cavalcati anche se, come dice Claudio Rampin, “non ho più / il mio cavallo a dondolo”.
(dalla prefazione di Fulvio Castellani)
Prefazione di Fulvio Castellani
Testo.