Fotografo? Per carità, no! Non mi ritengo tale! Qualcuno sbaglia a definirmi o a catalogarmi in questa maniera; appassionato di fotografia, questo sì, in tal senso presumo sia la definizione giusta e ragionevole.
In tutte le mie attività artistiche io sono soltanto un autodidatta che mette in opera le idee personali, spesso senza nemmeno conoscerne le regole, i risultati poi escono a volte bene in altre mediocri o addirittura dei disastri.
L’importante è provarci e mi viene in mente il detto: “Non è importante vincere, bensì partecipare”.
L’hobby fotografico ha origini anch’esso lontane, in parte avrò avuto una decina d’anni, la mia memoria non riesce risalire ad una data precisa, ad ogni modo, da quando a mio fratello e me lo zio Lino Scarabello ci regalò la prima macchina fotografica, si tratta di una Comet S Bencini Milano film 127.
Il fascino della foto si amplifica al momento di descrivere una determinata situazione, una persona, un luogo o un oggetto, in particolare per chi non possiede una mente fotografica ecco che interviene la fotografia a descrivere e illustrare quanto non si riesce a trasmettere col racconto e la voce. La foto s’associa alla memoria e la stimola a sua volta se viene meno.
Agli albori i giornalisti e i redattori s’aiutavano nella stampa dei disegnatori e dei ritrattisti per documentare e illustrare gli avvenimenti in mancanza della fotografia. Lo sviluppo del sistema digitale ha portato dei cambiamenti abissali e bisogna sostenere che oggi diventa tutto più semplice e veloce.
Le ristrettezze economiche hanno limitato di parecchio l’uso della macchina fotografica, in particolare il costo del rullino e lo sviluppo del negativo. Trasferitomi a Novara e con un lavoro sicuro, negli anni ottanta ho acquistato una macchina fotografica reflex: una Pentax K1000 completamente manuale. I miei cugini con cui abitavo a quel tempo, ne possedevano un’uguale da qualche anno, in questo modo potevo usufruire degli obiettivi e accessori in loro dotazione, e che io non avevo.
Per contenere i costi, molto spesso sono ricorso alle diapositive, anche se il fascino della foto su carta io l’ho sempre preferito.
Negli anni che spaziarono dal 1995 e 1997 scaturì l’idea di riprendere una serie di murales e scritte strane sui muri di Novara e del circondario, nacque così il desiderio di allestire una mostra insolita dedicata ai Writers.
Mio fratello Nicola si dilettava a scarabocchiare con i colori e aveva realizzato dei quadri, io avevo messo insieme diverse fotografie e fatte ristampare in un formato 20 X 30, alcune con un formato più grande. Applicate su dei cartoncini colorati in formato 30 X 40 per dare un tono allegro e corredate d’etichette del luogo dove sono state scattate poi poste sotto cornice a giorno di vetro. Sapevamo che nella città di Adria in provincia di Rovigo, la Biblioteca comunale metteva a disposizione una saletta agli artisti con il pagamento di un onere accettabile oppure in alternativa la donazione di alcuna delle opere, non ritenendo le nostre di valore ci sembrò ovvio pagare l’utilizzo della sala per il tempo richiesto. La biblioteca ci aveva messo a disposizione la struttura per l’ultima settimana d’agosto del 1997, a noi andava bene in tal maniera e così s’era allestito completamente a nostre spese la prima mostra. Nel 2001 lessi un articoletto sul Corriere di Novara che la biblioteca di Bellinzago Novarese metteva a disposizione degli spazi espositivi gratuitamente, feci la dovuta richiesta che fu accettata, le mie foto furono esposte per due settimane. Desideravo proporre la stessa raccolta anche a Novara o in altri luoghi, ma non avevo né tempo e né conoscenze per richiedere qualche spazio espositivo.
Avrei un centinaio di fotografie in un formato 30 X 45 con un tema diverso, perché qualche anno fa fosse mia intenzione allestire un’altra mostra, purtroppo, a causa degli impegni di lavoro ed il tempo a disposizione mi hanno costretto a rinunciare, poi, come già detto in precedenza: non ho conoscenze.
La passione fotografica continua, da poco più di un anno ho acquistato una compatta digitale una Pentax Optio RZ 18 da 16 megapixels, non è di gran valore e nemmeno paragonabile ad una macchina reflex, ma permette ugualmente di fare qualcosa. In questo periodo sto sviluppando un’idea e spero di portarla a termine, poi si vedrà.