Poesie di Claudio Rampin
Petali di Poesia Edizioni (Settembre 2009)
Collana "Alba di Parole"
Dimensioni cm 12x17, 70 pagine
ISBN 978-88-904458-0-4
Prezzo € 10 IVA compresa
Claudio Rampin suddivide la raccolta poetica “Dedalo” in tre parti distinte ma tra loro indissolubilmente unite: la prima parte analizza e seziona i colori della vita, c’è poi una seconda parte dedicata ai cosiddetti “miti” e, infine, un’ultima parte consacrata alla soavità e all’eleganza smisurata della musica. E’ nel titolo - Dedalo - che sta racchiuso tutto l’elemento significativo-evocativo dei componimenti. E’ proprio in questa scelta semantica che la poesia si fonde con il mito, in un lungo e spumeggiante legame con la terra. I versi “Acquarelli” spaziano nei colori della vita “I colori dell’essere” ciascuno dei quali è legato ad un’emozione ad una storia, un ricordo antico o ad un legame. Il bianco “il re dei colori!” rappresenta la scrittura o la pittura e l’arte in genere“prendo il pennello e ridipingo il nero che ho dentro” dice il Rampin; il verde è invece legato all’immagine del - filo d’erba - o della rinascita nel - pungitopo -, o della giovinezza, dell’amore o anche dei sogni; il giallo “lussurioso” è il sole, l’ottimismo, gli immensi campi di grano e il pane che sfama il mondo; il rosso è la donna, la passione e trasgressione e, poi, l’infinito “gioco poetico”; il nero è “la cecità di un’idea” o dell’animo, le tenebre o la luce eterna “un buco nero in cui ci si può perdere nell’immensità di un pensiero” e l’inchiostro che scrive, trascrive e testimonia; il grigio è la mente o la solitudine del poeta, e la sua vecchiaia ma mai la fine“di una perla di bellezza da cui ricominciare appena rispunterà il sereno” ; il marrone “tinta d’autunno (…) mi porterà sulla vetta più alta”; il blu “nel blu e l’azzurro ritrovo una parte di me” è “riposo, tranquillità , riflessione”; l’arancio è il colore della Sicilia “nel sudore di Sicilia la solarità di quest’isola” e, infine il viola ricorda la propria terra d’origine (il Veneto), i profumi della fanciullezza, i visi cari, le tradizioni e la famiglia, che oggi è disillusione “non ho più di allora (…) e l’entusiasmo è diventato latitante, rughe nella mente in questa giungla di cemento”.
I versi “Dedalo” sono invece, da un lato, una denuncia del progresso e dei suoi falsi miti: l’inquinamento “moderno metodo per suicidarsi in massa”, le catene e la prigionia in “Allo Zoo”, i muri ideologici e fisici in “Il Muro”, il progresso in “Autodistruzione”, l’indifferenza, il cinismo del mondo e il denaro “una disumana soccombenza meta di afflizione e sfascio che condiziona la mente”, il consumismo in “lo scontrino dei ricordi”; oppure, sono un omaggio ad altri miti: in “Invenzione” il sapere “una composizione della perfezione ..eternamente esistente”, in “La Forza” c’è lo spirito “il pensiero galleggia sopra ogni impeto”, in “Neve” l’innocenza “bianco velluto, impronta d’immagine del giorno, incontaminato dal potere umano o anche la natura in “Sogno ad occhi aperti”, la spiritualità in “Ricercare”, gli affetti “legame incorruttibile, immutabile certezza dell’essere” in “Mutamenti/progresso”, e il valore del tempo in “fine di un tempo”. E poi c’è la terza ed ultima parte della raccolta: un omaggio al mito insostituibile della musica: nelle sue origini, forme ed espressioni dinamiche cariche di volteggi, piroette, storia e trasparenze.
I versi a volte, lapidari e asciutti, sono densi di immagini. Il testo poetico di Claudio Rampin diventa cosi un magazzino di visioni: dalle più variopinte forme e dai contorni più estesi. Un baule multicolore zeppo di sogni infranti, di disillusioni, di amarezze, muti interrogativi e di in-certezze, ma anche di celate speranze, con un finale e una consapevolezza - ora certezza - : è l’arte la salvezza.
Monia Mariani, Sansepolcro, 24 gennaio 2010